Andrea La Rovere

Ci sono storie bellissime ma sconosciute, fino a quando qualcuno non le racconta

Stanley Kubrick, il suo cinema in sette film

Stanley Kubrick, il suo cinema in sette film

Per la rubrica Il Cinema in Sette Film, oggi parliamo di Stanley Kubrick. Il regista inglese, genio poco prolifico ma universalmente riconosciuto, che più di ogni altro ha rivoluzionato il cinema.

Stanley Kubrick è uno di quei pochi registi a fare veramente storia a sé; ognuno dei suoi film ha rivoluzionato un genere, dalla fantascienza tout court di 2001 a quella distopica di Arancia Meccanica; dall’unica incursione nell’horror di Shining ai due favolosi episodi bellici di Orizzonti di gloria e Full Metal Jacket, fino al noir di Rapina a mano armata. Ogni film meriterebbe una trattazione a sé, ma per la vostra gioia qui saremo brevi.

7. Rapina A Mano Armata

    Splendido noir del 1956, si caratterizza per la struttura a scatole cinesi. Il fallimento di un piano criminale è narrato tramite l’utilizzo di continui flashback, portando ancora più avanti il discorso iniziato dall’Orson Welles di Quarto Potere e proseguito dal Rashomon di Akira Kurosawa. Un artificio che ispirerà poi Le Iene di Tarantino e, volando più bassi, film come Slevin – Patto Criminale.

Non tutto è ancora a punto, ma il genio di Kubrick è già ben evidente in molte scene. Al botteghino il film non ottenne i risultati sperati.

6. Shining

    Unica incursione nell’horror del maestro, datata 1980, si basa su un romanzo del prolifico Stephen King, che non fu entusiasta di questa riduzione. Il film narra la discesa nella follia di Jack Torrance, insegnante disoccupato e aspirante scrittore. L’uomo accetta un posto come custode invernale all’Overlook Hotel, albergo di montagna teatro anni prima di un terribile massacro. Più di altri film di Kubrick è entrato nell’immaginario collettivo, grazie anche all’allucinata recitazione di Jack Nicholson. Tecnicamente perfetto, ma forse meno importante di altri nella storia del cinema.

5. Full Metal Jacket

    Siamo nel 1987 e Kubrick torna a dirigere un film di guerra, che sarà anche il suo ultimo capolavoro. Il conflitto narrato è quello del Vietnam, partendo dalla vita nei campi d’addestramento dei Marines, fino agli orrori senza senso della prima guerra mediatica della storia. Il Vietnam ricostruito in un quartiere industriale di Londra è quantomai credibile; l’insensatezza della guerra risalta a dovere e, più che in altri lavori, Kubrick regala personaggi destinati all’immortalità.

Dalla voce narrante del soldato Joker a Palla di lardo, ma soprattutto al Segente Hartman, assurto a vera icona. Indimenticabile la sequenza finale con la marcia di Topolino.

4. Orizzonti Di Gloria

   Primo, efficacissimo affondo antimilitare di Kubrick, rimasto inedito in Francia a causa della censura per anni. Ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, è un vero e proprio manifesto antibellico, dove sono già presenti tutti gli archetipi del cinema di Kubrick; dalle soggettive all’uso massiccio di carrelli e prospettive centrali. La guerra in tutta la sua crudele inutilità, psicologicamente un vero pugno nello stomaco.

3. Il Dottor Stranamore

    Apocalittico, ironico, cinico apologo sulla Guerra Fredda e sui pericoli degli armamenti nucleari utilizzati come deterrente, in quanto ostaggio della fallibilità e follia umana. Uscito nel climax della contrapposizione USA-URSS, con la crisi missilistica di Cuba appena conclusa, Il Dottor Stranamore nel 1957 ci mostra il lato più cinico e sarcastico di Kubrick.

Il film regala inoltre un fenomenale trittico di interpretazioni del mai troppo rimpianto Peter Sellers, con Stanley Kubrick anche in Lolita; e, soprattutto, il magistrale personaggio dell’ex nazista Dr. Strangelove. Ma tutto è perfetto in quest’opera, la regia, le scenografie, l’incastro della trama. Notevoli i dialoghi surreali e le splendide interpretazioni di Sterling Hayden e George C. Scott. Capolavoro assoluto.

2. Arancia Meccanica

   Parte la prima sequenza di Arancia Meccanica e si è subito catapultati in qualcosa di mai visto prima; stranianti musiche classiche rilette dal moog di Walter (ora Wendy) Carlos; i dialoghi in un linguaggio distorto, il Nadsat; i costumi e le scenografie di una gelida eleganza pop. Tutto in Arancia Meccanica è cult, dalla prima all’ultima inquadratura.

Con buona pace dello scrittore Burgess, che mai apprezzò il film, siamo davanti al caso più unico che raro di film che supera l’opera scritta, già di per sé eccezionale. Restano tutte le polemiche sulla violenza e le emulazioni, ma va da sé che lo spettatore dotato di un comune senso critico saprà coglierne la condanna tra le righe, assieme a quella verso qualsiasi totalitarismo e inibizione del libero arbitrio. Capolavoro fuori da ogni logica, schema e tempo.

1. 2001: Odissea Nello Spazio

    Ed eccolo, il film dei film. Una vera e propria opera d’arte in cui ognuno, a detta dello stesso Stanley Kubrick, potrà trovare i suoi significati. Nella storia apparentemente fantascientifica dell’astronave Discovery One e del super computer Hal 9000, la trama, pur intrigante, è solo un elemento di contorno; siamo nella pura filosofia. Le splendide immagini, unite all’uso rivoluzionario di una colonna sonora classica, coi valzer di Strauss in bella evidenza, precipitano lo spettatore in un vortice di pura psichedelia e poesia.

Un’opera immane che travalica i confini tra tutte le arti e che, almeno in quanto a potenza visiva, è destinata a non essere raggiunta.

Una prima versione di questo articolo è stata pubblicata a questo link.

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