Andrea La Rovere

Ci sono storie bellissime ma sconosciute, fino a quando qualcuno non le racconta

Elio De Angelis, chi muore giovane è caro agli Dèi

Elio De Angelis, chi muore giovane è caro agli Dèi

Il 15 maggio del 1986, durante dei test privati al Paul Ricard, perde la vita Elio De Angelis. “Chi muore giovane è caro agli dei”, può sembrare consolatorio, ma raccontare la storia di Elio De Angelis non è comunque facile.

Quando Elio De Angelis se ne va, il 15 maggio del 1986, ha appena 28 anni ma è già uno dei veterani della Formula 1. Potrebbe avere davanti ancora dieci anni di Formula 1 – e pare strano immaginarlo a sgomitare con le stesse monoposto di Schumacher e Hill – ma in quel 1986 pare già un pilota a fine carriera.

Figlio di una famiglia agiata, Elio ha sempre bruciato le tappe: campione coi kart, in Formula 3 e vincitore a Montecarlo con le monoposto cadette, suscita l’interesse di Enzo Ferrari quando non ha ancora vent’anni. Debutta in Formula 1 che non ne ha compiuti 21.

De Angelis è un fenomeno in pista e fuori; bello, ricco ma raramente sorridente. Suona il piano e compone, ha modi da gentiluomo ed è fidanzato con Ute, una bellissima modella tedesca. All’alba della sua carriera pare un nuovo Jim Clark, pulito e veloce, alla prima gara arriva settimo con una Shadow che sembra andare in pezzi da un momento all’altro.

Nel ’79 porterà la Shadow al quarto posto a Watkins Glen, un’impresa che gli vale la chiamata di Chapman alla Lotus. Alla prima gara con le gloriose monoposto inglesi Elio è quinto in qualifica, alla successiva è secondo poco dietro Arnoux.

La Lotus è però poco competitiva, ma De Angelis è quasi sempre più veloce di Andretti, scomodo compagno di squadra. Alla fine della stagione è settimo.

Elio diventa così primo pilota Lotus e astro nascente della Formula 1. Dal 1981 suo compagno è Nigel Mansell: il futuro “Leone” rimane quasi sempre dietro, distante. Nel 1982 dà l’ultima gioia a Colin Chapman – che morirà poco dopo – in Austria: Colin può gettare in aria il suo cappellino mentre Elio batte in volata Rosberg.

Il 1983 arriva il turbo Renault, ma la scomparsa di Chapman si fa sentire. De Angelis è velocissimo – segna la pole a Brands Hatch – ma l’auto si rompe sempre. Nel 1984 la situazione si rovescia: la Lotus è affidabile ma meno veloce. De Angelis la porta sempre in fondo e alla fine è terzo in campionato.

Qualcosa però alla Lotus è cambiato: De Angelis non è più il pupillo di Chapman è per il 1985 arriva Senna, nuovo fenomeno della Formula 1. All’inizio Elio regge il confronto senza problemi: vince a Imola – per la squalifica di Prost – e va in testa al mondiale. Spesso è più veloce di Ayrton e fino a metà stagione è in lotta per il mondiale, a differenza di Senna.

Il team però si schiera pian piano per Ayrton: De Angelis è ridotto a fare il gregario in casa sua, così sbatte la porta e va alla Brabham. Per il 1986 Gordon Murray ha progettato la BT55, una monoposto rivoluzionaria. Tutte le rivoluzioni, però, hanno bisogno di tempo e la BT55 si rivela un disastro.

De Angelis è deluso, teme anche che l’auto sia poco sicura. Il 15 maggio al Paul Ricard ci sono dei test privati: l’alettone si stacca, la Brabham diventa un aereo che precipita e prende fuoco. Al tempo i soccorsi nei test esistono solo sulla carta e De Angelis non ha scampo.

Con la sua storia ricordiamo il grande pilota e l’uomo gentile, dalla grande cultura e dai modi raffinati, uno degli ultimi gentiluomini della Formula 1.

Ciao Elio ❤

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