Andrea La Rovere

Ci sono storie bellissime ma sconosciute, fino a quando qualcuno non le racconta

Patrizia Bartoli: “Cuori Imperfetti”, viaggio negli anni ’60

Patrizia Bartoli: “Cuori Imperfetti”, viaggio negli anni ’60

Torno a postare una recensione libraria dopo un po’ di tempo. Cuori imperfetti, romanzo di Patrizia Bartoli edito da Tabula fati, storia corale ambientata negli anni Sessanta.

Il volume di Patrizia Bartoli è il tipico esempio di come a volte opere cui non manca nulla per ottenere una buona diffusione, stentino a emergere. Perché questo accade? Le risposte sono varie e mai semplici. Ci sono motivi logistici e di distribuzione: le grandi case editoriali monopolizzano gli scaffali delle principali librerie e le uscite sono talmente numerose che rimane poco spazio.

Comprensibilmente, poi, i nomi celebri sono pubblicati da case editrici importanti; spesso la qualità non è alta, ma le vendite comunque ottime. Nessuno scandalo, è il mercato che decide e gli introiti di questo o quel volume di influencer e star televisive, pur non cambiando la storia della letteratura, costituiscono una boccata d’ossigeno per il settore. E, spesso, permettono la pubblicazione di opere meno commerciali di grande spessore.

A volte il motivo della minor diffusione della piccola editoria è scontato: semplicemente, molte opere non sono di buona qualità.

Però, nel mio piccolo, vogliodare spazio alla piccola editoria di qualità, che molto spesso meriterebbe più che una diffusione locale e limitata.

Prendiamo questo Cuori imperfetti di Patrizia Bartoli, romanzo corale uscito per Tabula fati. Si tratta di un’opera che si inserisce nel filone storico contemporaneo, essendo ambientata negli anni ’60. Un libro di cui non sarebbe difficile immaginare un adattamento televisivo, una di quelle fiction che impazzano nei palinsesti delle televisioni generaliste.

L’autrice, Patrizia Bartoli, non è una novellina della narrativa; laureata in Storia e Filosofia, ha dato già alle stampe quattro libri di racconti, portando a casa anche qualche buon riconoscimento. Amante della narrativa breve, Patrizia esordisce come romanziera con Cuori imperfetti, pur rimanendo nell’ambito di un’opera piuttosto raccolta, che non raggiunge le duecento pagine.

La trama è quella tipica di certo mainstream e dei romanzi corali, con storie che si dipanano – a volte intrecciandosi – sullo sfondo di Fornaci di Barga, paesino toscano. La località è dominata dalla SMI, grande fabbrica siderurgica, che simboleggia il periodo di boom dell’economia italiana.

Il paese è lo stesso dove è nata Patrizia Bartoli, tuttavia l’opera non è autobiografica, ma sfrutta la conoscenza dei luoghi per offrire grande verosimiglianza alla storia narrata. Gli anni Sessanta di Cuori imperfetti non sono certo quelli che siamo abituati a raccontare come magazine musicale, quelli della Swingin’ London, del rock e della liberazione sessuale.

Tutt’altro, gli anni Sessanta di Fornaci di Barga raccontano piuttosto un’Italia simile a quella di tante commedie all’italiana; quelle con Gassman, Tognazzi e Sordi, per intenderci, o quelle dei film di Antonioni.

Il lavoro di Patrizia Bartoli, in questo senso, è ineccepibile.
I personaggi si muovono in modo del tutto realistico; pensano e agiscono come sarebbe stato normale allora, provocando magari un effetto straniante nel lettore più giovane, che deve fare un certo sforzo per immedesimarsi nel diverso periodo storico. Lo sfondo è ritratto con grande perfezionismo; dalla Lancia Fulvia Coupé di uno dei personaggi chiave, alle canzoni e ai prodotti dell’epoca. Tutto, insomma, è ricostruito con passione e rigore.

Veniamo, appunto, ai personaggi.
Il principale, pure nella struttura corale, è Amelia, giovane donna perfettamente calata nella realtà provinciale dell’epoca. Amelia ha due obiettivi nella sua vita, strettamente interconnessi: fare felice Carlo, suo marito, e renderlo padre.
Fallirà in entrambi, almeno all’inizio.

Amelia è una donna, come da titolo, dal cuore imperfetto; insegue una sua idea di felicità senza riuscire a raggiungerla, struggendosi in un sentimento autodistruttivo e passivo tipico del suo piccolo mondo. Il marito è il vicedirettore della SMI, l’ingegnere più grande d’età con la Fulvia fiammante che tutto il paese le invidia, ma che la tratta freddamente.

L’uomo non le perdona la mancata maternità; non solo, la tradisce con Nadia, quarantenne bella e instabile che fa da anello di congiunzione con l’altra linea narrativa, quella dell’adolescente Giacomo. Il ragazzo – quattordicenne con gli ormoni in subbuglio e invaghito della donna – è protagonista di una sottotrama di formazione, in cui troverà l’amore con Laura, sua coetanea.

Le pagine che vedono protagonisti i due ragazzi sono quello più spensierate e ottimiste; Giacomo e Laura, pur con realtà problematiche, restituiscono al lettore la dimensione dinamica del decennio; un periodo in cui tutti avevano una grande ansia di futuro.

Un tempo in cui tutto sembrava possibile, al punto che l’arco temporale del romanzo – dal ’65 al ’69 – finirà per chiudersi proprio con lo Sbarco sulla Luna del luglio 1969.

Non stiamo qui a elencare gli accadimenti e i colpi di scena di Cuori imperfetti, né tutto il vasto microcosmo di personaggi che orbita attorno a quelli principali; quello che ci preme sottolineare è lo stile dell’autrice, pulito, semplice ma ricco di dettagli e davvero scorrevole. I personaggi godono del giusto approfondimento psicologico, senza strafare.

Cuori imperfetti ha anche qualche punto più debole, come normale per ogni romanzo.

Amelia, pur essendo un carattere perfettamente realistico e credibile, è un personaggio con cui è difficile empatizzare. La donna, infatti, a volte prende decisioni discutibili pur di inseguire la sua idea di felicità. Bisogna allora fare lo sforzo di cui si diceva prima, e calarsi in un tempo che, seppur non lontanissimo, offriva dinamiche psicologiche molto diverse da oggi.

Alcuni personaggi, poi, avrebbero meritato, a giudizio di chi scrive, uno spazio maggiore.

In particolare Zia Ines – zia di Laura – donna moderna e spregiudicata, che sfreccia con la sua Giulietta, fuma e beve smodatamente e indossa misteriosi kimono giapponesi. O Alberto, fratello scapestrato di Laura, prototipo dei giovani che di lì a poco daranno vita alle rivoluzioni sociali del Sessantotto.

Cuori imperfetti di Patrizia Bartoli è dunque per noi un romanzo assolutamente consigliato, soprattutto agli amanti delle ricostruzioni della storia più contemporanea. Una storia fatta di tante storie, più o meno comuni, che ha la magia di calarci in una realtà completamente diversa dalla nostra, ricostruita con credibilità e rigore.
Una macchina del tempo che porta il lettore diritto negli anni Sessanta, alla ricerca di una felicità imperfetta.

E cos’è la letteratura, se non una macchina del tempo?

Articolo pubblicato in origine su Onda Musicale.

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