Andrea La Rovere

Ci sono storie bellissime ma sconosciute, fino a quando qualcuno non le racconta

Il Medioevo di Grazzano Visconti, troppo bello per essere vero

Il Medioevo di Grazzano Visconti, troppo bello per essere vero

C’è un posto, in Emilia-Romagna, dove il Medioevo non è mai finito. O meglio, a dirla tutta, dove non è mai nemmeno cominciato, sentite qua. Parliamo di Grazzano Visconti, borgo dall’aspetto duecentesco che si trova a pochi chilometri da Piacenza, tra colline, vigneti e una certa dose di nostalgia neogotica.

Infatti, nonostante l’aspetto da copertina di un romanzo cavalleresco, con torri merlate, ponticelli e finestre trilobate, il borgo è… una finzione scenica. Ma di quelle fatte bene.

Grazzano nasce infatti all’inizio del Novecento, un po’ in ritardo per il Medioevo, quando Giuseppe Visconti di Modrone decide di ristrutturare l’antico castello di famiglia e, già che si trova, farci attorno un intero villaggio in stile neo-medievale.

Visconti è il tipo del nobile eccentrico, di quelli che non sanno bene come spendere quattrini e si fanno venire idee bizzarre. Visconti, inoltre – vi dice nulla come cognome? – è nientemeno che il padre del grande regista Luchino.

Nel suo caso, l’idea non è solo estetica, ma rivestita anche di una blanda patina sociale: creare una comunità di artigiani, in cui tradizione e bellezza vadano a braccetto. Un sogno romantico e un po’ teatrale, che però ancora oggi possiamo percorrere tra botteghe, cortili fioriti e rievocazioni in costume, come se fossimo finiti in una serie fantasy, più Fantaghirò che Trono di Spade. Accontentiamoci.

Certo, i puristi storici potrebbero storcere il naso: tutto è troppo pulito, troppo simmetrico, troppo “a tema”. Ma la suggestione funziona eccome. E poi, diciamolo, i puristi il naso lo storcono per partito preso, sempre.

Oggi Grazzano è meta di turisti, cosplayer, innamorati e influencer con gonnellone in lino grezzo e smorfie d’ordinanza. Oltre al borgo c’è anche il castello di cui si diceva. Manco a dirlo, anche quello bellissimo, anche quello perfettamente medievale e anche quello… pezzotto. Sì, perché anche questo, seppur davvero antico, è stato negli anni molto rimaneggiato.

Grazzano Visconti è insomma un bel posto dove fare un giro ma, se volete, anche una ghiotta metafora: un borgo dall’apparenza talmente legata all’immaginario medievale costruito nei secoli, da sembrare molto più vero di tanti borghi realmente, genuinamente, medievali. Un po’ come la storiella di Charlie Chaplin che si iscrive al concorso di sosia di Charlot e arriva terzo.

Poi, se proprio volete qualcosa di veramente antico, nei dintorni le opportunità non mancano: da non perdere il Castello di Vigoleno, splendido e autentico, o l’Abbazia di Chiaravalle della Colomba, fondata nel XII secolo nientemeno che da Bernardo di Chiaravalle.

Grazzano Visconti, insomma, è una favola inventata che ha funzionato così bene da diventare realtà. Un luogo dove il passato è scenografia, metafora dei nostri tempi in cui tutti cerchiamo di apparire sui social molto meglio di come siamo. Grazzano, almeno, ci riesce.

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