Andrea La Rovere

Ci sono storie bellissime ma sconosciute, fino a quando qualcuno non le racconta

London After Midnight: la leggenda del film perduto

London After Midnight: la leggenda del film perduto

London After Midnight è un titolo che magari non dice nulla alla maggior parte di chi legge. Lo stesso se citiamo il suo titolo italiano: Il Fantasma del Castello. Eppure, London After Midnight è il principale film perduto della storia del cinema.

In un’epoca come la nostra, in cui ognuno di noi impiega decine di giga per conservare foto e filmati che non saranno mai guardati da nessuno, può sembrare assurdo che esistano film perduti. London After Midnight è solo uno dei casi più celebri; le pellicole di cui è andata distrutta anche l’ultima copia sono tantissime.

La Martin Scorsese’s Film Preservation Foundation ha addirittura stimato che l’80% dei film girati tra il 1894 e il 1930 sia andato irrimediabilmente perduto. Si tratta quasi sempre di film muti; spesso opere di non grande rilevanza, se non storica, e a volte veri capolavori misteriosi.

I motivi possono essere diversi, più o meno traumatici.
Tra i primi ci sono innanzitutto gli incendi: i materiali utilizzati per le prime pellicole erano estremamente infiammabili. La scarsa cura nella conservazione o veri atti di vandalismo hanno fatto sì che negli anni decine di incendi distruggessero un grande patrimonio cinematografico. Anche le guerre, con bombardamenti, incendi e distruzione ha fatto la sua bella parte.

A volte, però, i motivi sono meno intuitivi; sembra impossibile, nella nostra epoca votata alla nostalgia e alla conservazione quasi ossessiva, ma spesso le copie dei film venivano distrutte dalle stesse case di produzione. Questo accadeva sostanzialmente per motivi economici: “La maggior parte dei primi film non sopravvisse a causa della corsa all’arricchimento degli Studios. Non si è mai pensato di preservare queste pellicole. Avevano semplicemente bisogno di spazio e i materiali necessari alla loro conservazione erano costosi” dice Robert A. Harris, della National Film Preservation Foundation.

I costi di conservazione e immagazzinamento erano superiori a qualsiasi profitto potesse scaturire da quelle pellicole.

Fatta questa premessa, parliamo di London After Midnight.
Il film esce nel 1927, diretto da Tod Browning, regista la cui fama di culto è legata soprattutto agli iconici Dracula e Freaks, di pochi anni dopo. Per London After Midnight Browning collabora con Lon Chaney, suo attore feticcio. La pellicola incassa ben 500mila dollari ed è il più grande successo della loro collaborazione.

Ebbene, di London After Midnight, nonostante il successo dell’epoca e lo status di cult, non rimane nessuna copia. L’ultima è andata infatti distrutta nel 1965, a causa di un incendio che devasta un deposito della MGM.

Di London After Midnight rimangono solo delle suggestive foto di scena e una serie di leggende metropolitane. Le più diffuse, che periodicamente tornano alla ribalta, parlano di copie gelosamente custodite da collezionisti. Per quale motivo le pellicole non verrebbero rese pubbliche? Per pura ossessione collezionistica, o più prosaicamente, per far crescere attesa e quotazioni.

L’ipotesi più accreditata, purtroppo, è quella dell’effettiva distruzione di tutte le pizze originali.

La trama del film offre un tipico intreccio tra giallo e horror d’epoca; la vicenda gira intorno alla morte di Sir George Balfour, che viene archiviata come suicidio. Le indagini vengono riprese in mano – cinque anni dopo – dall’ispettore Burke di Scotland Yard. Nel frattempo, un’oscura figura viene vista aggirarsi nella dimora abbandonata di Sir Balfour: un fantasma?

I ruoli dell’ispettore e del fantasma sono magistralmente interpretati da Lon Chaney, anche se parlare di doppio ruolo è in un certo senso sbagliato. Infatti, anche nella finzione, è proprio l’ispettore Burke che si traveste da fantasma per smascherare il vero colpevole della morte di Balfour.

Il travestimento di Lon Chaney – famoso per curare maniacalmente il suo trucco – è da antologia. Tratti da vampiro, cappello a cilindro, lunghi capelli, occhi spiritati e ghigno beffardamente satanico, all’epoca la sua mascherata aveva tutti i tratti per terrorizzare l’ingenuo pubblico.

La critica, al momento dell’uscita, si divide. L’istrionico sdoppiamento di Lon Chaney viene apprezzato, ma la trama un po’ farraginosa fa sì che London After Midnight non venga considerato tra le sue migliori interpretazioni. The Brooklyn Daily Eagle indica tra i pregi l’assenza di siparietti comici e una certa compattezza degli aspetti più macabri.

Alcuni rimproverano a Ted Browning di non riuscire a ricreare le suggestive atmosfere del coevo Il Castello degli Spettri di Paul Leni, maestro espressionista tedesco; il New Yorker definisce invece senza senso la trama, ritenendo migliore la messa in scena della storia.

Oggi London After Midnight si presta a una serie di riflessioni.
Un po’ come accade per certi artisti o sportivi che entrano nel mito più per la prematura scomparsa che per i successi, così l’opera di Browning; la sua leggenda è dovuta per la maggior parte proprio al fatto che non esistano più copie. In assenza di questa peculiarità, London After Midnight sarebbe rimasto un film di buon successo e qualità, ma senza le carte in regola per ambire al mito.

Lo stesso dicasi per i collezionisti e i fanatici, pronti a farsi tagliare il proverbiale braccio per una copia della pellicola. A spingerli non è certo la qualità dello spettacolo, ma solo la passione per la rarità e per il bizzarro.

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